Legalità
L'inizio del gioco
Esperienze di teatro forum in carcere con ragazzi e ragazze
editore: Stilo Editrice
pagine: 168
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Ostinate e ribelli
Porzia, Lucia e Lella: voci dell'antimafia sociale a Bari vecchia
di Francesco Minervini
editore: Stilo Editrice
pagine: 104
La storia di tre donne divenute voci dell'antimafia sociale nei vicoli di Bari vecchia
Oltre Capaci
Rocco Dicillo agente di scorta al fianco di Falcone
di Francesco Minervini
editore: Stilo Editrice
pagine: 128
Il profilo privato di una vittima di Mafia, esempio di virtù civile
Sono solo pupazzi
Un giorno con Gaetano Marchitelli, vittima innocente della mafia
di Francesco Minervini
editore: Stilo Editrice
pagine: 64
Gaetano Marchitelli, ammazzato per sbaglio nel 2003 nell’ambito di un regolamento di conti per le strade di Carbonara (Bari), ci accompagna per mano alla scoperta della piazza del suo paese, delle pittoresche signore che animano le strade scambiandosi ricette a gran voce, dei ragazzini spensierati che progettano di marinare la scuola, dell’amicizia con Mario. Su tutte le scene incombe la macchina gialla simbolo dei poteri mafiosi che tengono in scacco la cittadinanza. La vicenda di Gaetano e del suo amico Mario, che rimase ferito quel 2 ottobre di più di dieci anni fa, rivive nella sua normalità tragica, facendo continuamente riferimento a fatti realmente avvenuti e dando voce ai protagonisti delle vicende: un modo semplice per ricordare ciò che non deve più accadere.Per educare alla legalità non servono le teorie, quelle si lasciano ai ‘grandi’. Piuttosto il territorio chiede di recuperare fatti, memorie, storie vissute e terribilmente tragiche, su cui innestare e far rinascere gesti quotidiani, apparentemente irrilevanti, che però contribuiscono a disfare la rete della malavita. Questa storia è anche uno spettacolo allestito dal Gran Teatrino di Pulcinella (www.casadipulcinella.it).
Il grido e l'impegno
La storia spezzata di Michele Fazio
di Francesco Minervini
editore: Stilo Editrice
pagine: 83
Michele Fazio è un ragazzo barese di quindici anni, pieno di vita e di entusiasmo, che una sera di luglio sta tornando a casa per cenare con la propria famiglia. All’improvviso viene strattonato; non ha il tempo di voltarsi indietro, sente degli spari, sono attimi: un proiettile gli perfora il cranio e lui cade riverso per terra. Tutti scappano, lasciandolo solo. Nell’aria si avverte, lancinante, un solo grido: ‘Aveme accise u uagnune buenn’ (‘Abbiamo ucciso il bravo ragazzo’). Con l’aiuto dei genitori Lella e Pinuccio Fazio la storia spezzata di Michele e l’assurdità della sua morte innocente tornano a ricomporsi per diventare quella memoria collettiva di cui non solo Bari, ma ogni città che protegge i propri figli deve riappropriarsi: nella consapevolezza che occorre sempre volere, pretendere, provocare una giustizia e un impegno a volte troppo difficili per gli onesti.