Deviando sollecito dalla rotta è un’antologia che vuole proporre lo sguardo estremamente particolare degli autori sulla realtà circostante, uno sguardo che fonde la visione scettica e spesso impartecipe propria della contemporaneità con il peculiare romanticismo caratteristico della generazione che ha debuttato negli anni immediatamente successivi al 1991. Il contesto specifico della Lettonia post-sovietica concilia un interesse vivissimo per la cultura occidentale innestato però sul substrato precedente, dando vita a sperimentazioni inedite non soltanto in quella parte d’Europa. La scelta di questi testi riflette una tappa nell’evoluzione di uno dei gruppi più interessanti e innovatori nel panorama della poesia contemporanea in lingua russa.
Biografia dell'autore
Orbita
Orbita (Tekst-gruppa Orbita) si è formato nel 1999 a Riga e a oggi riunisce quattro poeti, tre dei quali russofoni (S. Chanin, V. Svetlov, S. Timofeev) e A. Punte, che compone anche in lettone. Oltre alla produzione squisitamente letteraria, pubblicata in edizioni grandemente curate dal punto di vista grafico, i membri di Orbìta si dedicano a progetti multimediali, realizzati in forma di performance poetico-teatrali e di video-poesia, anche grazie alla collaborazione con musicisti e registi. Oltre a essere una delle realtà più sfaccettate e complesse della poesia russa contemporanea, Orbìta rappresenta anche un riuscito esperimento di sintesi multiculturale nel panorama del territorio dell’ex URSS, grazie alle frequenti collaborazioni con poeti lettoni e alla traduzione e diffusione di questa cultura ben oltre i confini del Paese.Rassegna stampa per Deviando sollecito dalla rotta
'Deviando sollecito dalla rotta': alcune voci poetiche da Riga || Andergraund Rivista
pubblicato il: 12-06-2021
di Martina Cimino
«(...) i testi di Orbìta, pur inserendosi in una prospettiva dialogica in cui il legame con la tradizione letteraria russa persiste, dimostrano di avere una natura intrinsecamente europea che (...) deriva dalla particolarità del contesto di Riga e Fergana, unici luoghi in cui si è sentita l’urgenza di trovare uno stile che si potesse distaccare almeno in parte da quello diffuso nella Russia contemporanea e che permette, perciò, di considerare questi testi come una poesia che sia lettone e apolitica a prescindere dalla lingua usata.»
Ma la poesia italiana è andata oltre Eboli
pubblicato il: 17-01-2020
Lino Angiuli segnala la collana Ciliegie su La Gazzetta del Mezzogiorno