Una famiglia dell’Italia meridionale emigrata in Svizzera negli anni Novanta, la dedizione al lavoro e molti sacrifici par farsi strada, un ristorante che ha successo e la non semplice integrazione in un luogo dove gli stranieri hanno sì una chance, ma solo come bassa manovalanza. Se invece si aspira a un salto professionale e sociale, a uscire dall’ombra della subalternità lavorativa, allora bisogna essere pronti a fare i conti con l’ostracismo e la violenza. È quello che è accaduto alla famiglia Mongelli e al loro figlio maggiore Luca: vittima di un clima d’intolleranza e chiusura, prima, e di un sistema giudiziario volutamente cieco e ipocrita, poi. A sedici anni di distanza dal momento in cui la vita di Luca è stata piegata, per la prima volta lui stesso mette per iscritto ciò che gli è accaduto e racconta, denuncia, urla. Una storia che è un caso emblematico di discriminazione e profonda ingiustizia, che ieri come oggi colpisce chi è percepito come ‘estraneo’.
Francesco Minervini vive a Bari e insegna Lettere al liceo classico. Tra le sue pubblicazioni: Si vis pacem. Studi, riflessioni e approfondimenti sull’elaborazione dell’idea di pace nell’antichità greco-romana, di cui è curatore (Aracne 2010); Non la picchiare così. Sola contro la mafia (la meridiana 2015). Per la Stilo ha pubblicato InCanto classico. Autori latini e greci e cantautori d’oggi in concerto (2010); Il grido e l’impegno. La storia spezzata di Michele Fazio (2011); La scuola è un animale politico, di cui è curatore (2013); Sono solo pupazzi. Un giorno con Gaetano Marchitelli vittima innocente di mafia (2014).
Biografia degli autori
Francesco Minervini
