Marilena Squicciarini
Titoli dell'autore
Il frutto del tempo
di Luigi Fallacara
editore: Stilo Editrice
pagine: 224
l tempo in frantumi è il nostro tempo. Non possiamo coglierne il senso complessivo ma solo afferrare attimi, osservarne il vorticoso trascorrere e gli imprevedibili esiti. Negli avanzi, nei detriti dell’esistenza, tuttavia, si può percepire la presenza di qualcosa di più grande e inafferrabile, un «tempo vero». È questo il nucleo tematico dell’ultima raccolta di Luigi Fallacara il cui dattiloscritto fu consegnato dall’autore nel marzo 1962, un anno prima della sua morte. La prima e unica edizione, edita dalla Locusta di Vicenza nel 1962 e vincitrice del Premio ‘Vallombrosa’, è oramai introvabile. Di qui l’esigenza di riportare alla luce testi che hanno ancora molto da dire al nostro tempo. Fra le pagine di questa silloge si legge l’essenza del ragionare del poeta sui momenti di oblio e sulle situazioni liminari della vita, sulle ombre e le luci, su folgoranti aperture astrali ma anche su confortanti dolcezze terrestri, sugli affetti familiari, sulla ricerca della felicità e la fiducia nel domani, sul divino e il mistero dell’esistenza.
Luigi Fallacara e la fede nella poesia
Commento all'opera poetica 1914-1952
di Marilena Squicciarini
editore: Stilo Editrice
pagine: 392
L’itinerario poetico di Luigi Fallacara (Bari 1890-Firenze 1963) è segnato da due date, il 1914 – anno delle sue prime pubblicazioni su «Lacerba» – e il 1952, quando dà alle stampe la sua ‘autoantologia’. Fra questi estremi il poeta ha attraversato tutti i fenomeni culturali del primo Novecento: il maledettismo rimbaudiano-campaniano dell’esperienza lacerbiana, l’illuminato misticismo assisiate, la poesia pura ungarettiana, la ‘rinascenza’ della scrittura cattolica e l’ermetismo nato all’interno del «Frontespizio», la rivista fiorentina che più di tutte segnò la sua attività creativa.Questa monografia, la prima dedicata a Fallacara, ripercorre la sua formazione, la costituzione del suo immaginario (mai del tutto slegato dalle origini pugliesi), l’insieme delle relazioni intellettuali che gli consentirono la partecipazione alle più importanti pagine della storia letteraria novecentesca, e propone una guida alla lettura delle raccolte poetiche di quegli anni con un apparato esegetico adeguato e funzionale.
Terra d'argento
di Luigi Fallacara
editore: Stilo Editrice
pagine: 256
È questa la storia di Mimì Accettura e della sua famiglia, mercanti d’olio nella Bari degli anni Trenta, declinata nei toni che Macrì accosta a un certo verismo meridionale. Il Verismo è tutto nelle descrizioni di gesti, luoghi, cose, antichi modi di vivere, restituite in pagine che assumono, ai nostri occhi, il valore aggiunto di documento storico, tanto prezioso quanto raro.La vicenda pugliese, costruttiva e ariosa, avviene nel cerchio protettivo della famiglia, quel «tessuto vivo di affetti» vero protagonista del romanzo. Tra vecchio e nuovo, tra poesia e prosa, Luigi Fallacara ci parla di una città che cambia – che riceve dal regime fascista l’investitura di metropoli mediterranea e assiste alla grandiosa inaugurazione della Fiera del Levante – ma sa indugiare anche sul mare e sugli ulivi della campagna pugliese in splendidi squarci lirici. Sono proprio gli ulivi a donare alla terra la particolare lucentezza dell’argento: «L’automobile, […] si precipitò per certe discese, dove la terra diventava fine come tabacco e gli ulivi splendevano, congiungendosi quasi sul cielo della strada, di un loro più mite e sereno argento».